domenica 26 febbraio 2017
Lo scienziato statunitense J. Marvin Herndon non demorde: ha recentemente pubblicato un nuovo, fondamentale studio, provvisto di tutte le credenziali scientifiche ed inerente alla geoingegneria clandestina (alias scie chimiche, in inglese chemtrails). Come si ricorderà, la sua precedente ricerca referata fu rimossa dalla rivista in cui era stata inserita su pressione della potente cricca dei disinformatori. L’attuale articolo, corredato da un’ottima bibliografia e sitografia (fra i siti compulsati è menzionato, con buona pace dei negazionisti, pure Tanker enemy), riprende le acquisizioni della precedente indagine ed allarga il discorso alle modalità con cui i demoni del cielo riescono ad impedire le precipitazioni, strategie che descrivemmo già anni fa sulla base sia di una documentazione ad hoc sia dell’intuizione. Proponiamo la resa di un significativo estratto dallo studio intitolato “An Indication of intentional efforts to cause global warming and glacier melting”, ossia “Indicazioni circa le attività volte a causare in modo deliberato il riscaldamento globale e la fusione dei ghiacci”.
Il principio coinvolto nell’inibizione delle precipitazioni è semplice ed è ben noto attraverso gli studi sull’inquinamento. Il particolato ed il nanoparticolato, quando sono dispersi (dagli aerei impegnati nelle attività di geoingegneria illegale, n.d.t.) in una regione della troposfera dove si formano le nuvole (quota cumulo), mantengono le goccioline della coalescenza troppo piccole affinché formino stille sufficientemente ponderose per cadere come pioggia o neve. [1] Quando, però, l'umidità si accumula in modo parossistico in un’area circoscritta, le nuvole rilasciano il loro carico, causando tempeste e piogge torrenziali. Le implicazioni militari di queste tecniche sono chiare: diffondere particolato e nanoparticolato significa distruggere l'economia agricola, decimare il bestiame, provocare siccità e carestie. [...]
La geoingegneria troposferica si avvale principalmente di carbonio in cui è intrappolata la maggior parte dei metalli tossici. Quando sono diffuse nella troposfera, le ceneri di carbonio inibiscono la caduta della pioggia e della neve, assorbono l’umidità atmosferica, aumentano la conduttività elettrica dell’aria, riscaldano l'atmosfera ed intercettano la radiazione infrarossa che si sprigiona dalla superficie della terra, radiazione che, se non fosse bloccata dalle coltri chimiche, si dissiperebbe nello spazio. Quando il nanoparticolato di carbonio, in genere di colore grigio scuro, si deposita sulla Terra, assorbe la luce solare, cambia l'albedo della neve e del ghiaccio, favorendone la fusione. L’aerosol di nanoparticolato riscalda il pianeta, determinando un incremento delle temperature di origine e gravità ben diversa da quella attribuibile ai gas serra.
E’ questa cenere di carbonio che conferisce a ghiacciai e banchise il tipico colore grigiastro osservato in questi ultimi anni. Questa sostanza è la stessa che si deposita su edifici ed automezzi, in ogni dove.
Conclusione. I risultati di questa ricerca forniscono la prova che si tratta di un deliberato tentativo di accelerare lo scioglimento dei ghiacci polari (in primo luogo per sfruttare i giacimenti di idrocarburi sottostanti che fanno gola a Stati Uniti, Federazione russa, Norvegia etc… todos caballeros, n.d.t.) e di esacerbare il riscaldamento planetario (per continuare a sostenere la fandonia del global warming da CO2) ed imporre ulteriori balzelli.
J. Marvin Herndon
[1] In fisica, la coalescenza è il fenomeno per cui le goccioline più piccole d’un liquido disperse in un altro liquido non miscibile (ad esempio, goccioline d’olio in acqua) tendono ad unirsi alle più grandi, fornendo quindi aggregati di maggiori dimensioni.
[2] L’albedo è il rapporto tra la quantità di luce riflessa da un corpo e la quantità di luce da esso ricevuta.
Fonti:
Articolo correlato: Il Professor J. Marvin Herndon non si arrende, 2017
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