È in corso un’enorme petizione internazionale contro
la messa in opera del 5G per motivi di sicurezza da parte di migliaia
di scienziati e professionisti di tutto il mondo. In Italia, a Vicovaro,
alle porte di Roma, si è svolto il primo meeting nazionale
dell’Alleanza italiana Stop 5G. Parlamentari, sindaci, medici e
scienziati si sono riuniti per chiedere al Governo una moratoria in
difesa della salute pubblica. Intanto alcuni dei 120 comuni italiani
interessati alla sperimentazione, come Marsaglia si stanno tirando
indietro. E da Trento il Senatore Andrea de Bertoldi, segretario
commissione finanze e tesoro dice ”I cittadini italiani sono
inconsapevoli cavie per gli effetti dell’elettrosmog 5G. Milioni di
antenne, milioni di onde elettromagnetiche che mettono a rischio la
salute pubblica”. Lo stesso ha fatto da Matera il
Senatore Saverio De Bonis come dal Veneto la parlamentare Sara Cunial
che ha interrogato il Governo sui pericoli del 5G. L’Ispra, in audizione
alla Camera lo scorso 26 febbraio sul tema 5G, ha redatto un documento
in cui scrive “I
l Sistema nazionale a rete per la
protezione dell’ambiente (SNPA) si sta già confrontando per approfondire
la tematica 5G e mettere a sistema le informazioni in suo possesso
relativamente agli impatti del 5G sulle proprie attività di valutazione
preventiva e controllo. Alla luce del dibattito in essere tra avvento
del 5G, saturazione dello spazio elettromagnetico e modifica dei limiti,
SNPA è impegnato ad approfondire il tema dell’espansione delle reti, in
particolare alla luce degli attuali limiti”.
Maurizio Martucci, portavoce dell’Alleanza STOP 5G e autore del libro “Manuale
di autodifesa per elettrosensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog
di Smartphone, Wi-Fi e antenne di telefonia mobile, mentre arrivano il
5G e il Wi-Fi dallo spazio” 8Terra Nuova ) afferma ad Estreme
Conseguenze “Sarà un terremoto per il business 5G se la connessione
elettrosmog-salute passerà dall’attuale livello Classe 2B alla Classe 2A
o addirittura alla Classe 1, venendo cioè elevata da “possibile” a
“probabile”, se non addirittura “certo” agente cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro.
Mentre si attende con le 9 Smart City che il 5G colonizzi altri 120
piccoli interessati alla sperimentazione e si estenda a tappeto
l’esposizione della popolazione alle onde elettromagnetiche, si fa
sempre più forte e internazionale l’appello di migliaia di scienziati
indipendenti che chiedono alle istituzioni di bloccare lo sviluppo della
tecnologia 5G in attesa che si accertino i rischi per la salute dal
momento che non è stato investito un solo euro di spesa pubblica per la
ricerca sulla prevenzione sanitaria contro i 700 milioni di euro (della
sola UE) per la ricerca tecnologica e sebbene lo scorso gennaio anche il
Comitato scientifico sui rischi sanitari emergenti (Scheer) della
Comunità Europea abbia classificato il 5G nella lista degli agenti
pericolosi. Da quel momento e, vista l’imminente sperimentazione, sono
già 31mila gli scienziati
che nel mondo dimostrano attraverso un’ampia documentazione
medico-scientifica i pericoli possibili, probabili se non addirittura
certi che le onde elettromagnetiche hanno sui nostri corpi. Ma se la
Svizzera si è defilata dal 5G, così come cinque città polacche lo hanno
rifiutato e se le compagnie d’assicurazioni Swiss Re e Lloyds ammettono
effetti non termici da radiofrequenze, perché l’Italia che pure è stato
l’unico paese al mondo ad “accertare giuridicamente” il nesso causale
telefonino cancro con noti casi di invalidità permanente e malattia
professionale all’80% riconosciute (
Tribunale di Brescia, Tribunale di Firenze, Verona e Ivrea e Cassazione nel lontano 2011) annaspa e non applica il principio di precauzione?
Il tema è dibattuto. Tanto che
Ispra, in audizione alla Camera lo scorso 26 febbraio sul tema 5G, ha redatto un
documento di
indagine conoscitiva in cui scrive “Il Sistema nazionale a rete per la
protezione dell’ambiente (SNPA) si sta già confrontando per approfondire
la tematica 5G e mettere a sistema le informazioni in suo possesso
relativamente agli impatti del 5G sulle proprie attività di valutazione
preventiva e controllo. Alla luce del dibattito in essere tra avvento
del 5G, saturazione dello spazio elettromagnetico e modifica dei limiti,
SNPA è impegnato ad approfondire il tema dell’espansione delle reti, in
particolare alla luce degli attuali limiti”. Nel documento troviamo
scritto che nell’ambito del progetto finanziato dal MATTM “Programma di
promozione di attività di ricerca e di sperimentazione
tecnico-scientifica, nonché di coordinamento dell’attività di raccolta,
di elaborazione e di diffusione dei dati al fine di approfondire i
rischi connessi all’esposizione a campi elettromagnetici a bassa e alta
frequenza” che sarà portato avanti dalle ARPA/APPA nei prossimi 18 mesi,
esse approfondiranno anche il tema del 5G”. Nella medesima audizione
Alessandro Vittorio Polichetti dell’ISS ha spiegato che la maggiore densità delle small cells del 5G abbasserà le emissioni con un minore impatto sulla popolazione.
Maurizio Martucci, autore del libro inchiesta Manuale di
autodifesa per elettrosensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog di
Smartphone, Wi-Fi e antenne di telefonia mobile, mentre arrivano il 5G e
il Wi-Fi dallo spazio (Terra Nuova Edizioni) è oggi, invece, il portavoce dell’Alleanza Nazionale Italiana STOP 5G e ad Estreme Conseguenze dice “Siamo
partiti qualche mese fa, e in poco tempo abbiamo costruito una massa
critica enorme, più di 11mila persone hanno firmato e continuano a
firmare il nostro appello che non vuole bloccare la tecnologia, ma
affidarsi al principio di precauzione quando di questa tecnologia e dei
suoi effetti si sa abbastanza per porre una questione sanitaria
mondiale. Il paradosso a cui stiamo assistendo è che parliamo di
un’emergenza ormai accertata da numerosi studi indipendenti nazionali e
internazionali che hanno messo nero su bianco una «chiara evidenza che
si sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Esistono
rapporti (come quello del National Toxicology Program americano) che
affermano come ci siano «alcune evidenze di tumori al cervello e alle
ghiandole surrenali». E qui si sta parlando ancora di 2G e 3G. Ora si
vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G, ma
non c’è la ricerca, ovvero l’unico istituto italiano che ha la
strumentazione in grado di approfondire gli studi sul 5G (Istituto
Ramazzini) è completamente abbandonato a se stesso e si autofinanzia.
Come Alleanza Nazionale siamo riusciti a raccogliere 30mila euro
attraverso una campagna di crowdfunding, con 50mila complessivi
l’Istituto ha dichiarato di riuscire non solo a concludere gli esiti
degli studi sugli altri organi, dopo cuore e cervello, compromessi delle
onde 2 e 3G, ma anche di poter mettere a disposizione la propria
logistica per affrontare nuove ricerche sul 5G”.
Che cosa ci ferma? “L’Italia – dice Martucci – perderebbe 6,5
miliardi di euro (quanto lo Stato ha introitato vendendo le frequenze
alle compagnie telefoniche). E l’Unione Europea ha quantificato
l’introito economico da qui al 2025 per la tecnologia 5G in 225miliardi
di euro”.
Già nel precedente articolo dedicato all’elettrosmog
Fiorella Belpoggi, Direttrice dell’area ricerca del Centro per la Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna
ci aveva parlato di “giganteschi conflitti di interesse” tra studiosi e
aziende della telefonia. Stiamo parlando ad esempio del fatto che
Michael Repacholi (fondatore dell’associazione privata di Francoforte INCIRP sulla
protezione della popolazione dalle radiazioni di onde non ionizzanti a
cui – stranamente – l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a
delegare il mandato per la stesura delle linee guida internazionali
nonostante le aspre polemiche) dal 2006 è diventato un consulente
aziendale nelle telecomunicazioni. Oppure Guglielmo d’Inzeo, uno dei due
rappresentanti dell’INCIRP, fa pure parte del Consorzio (lobbistico)
Elettra 2000 e “ha moltiplicato i pareri scientifici per società come
Vodafone, partecipato a progetti finanziati dall’industria e partecipa a
Efhran con Deutsche Telecom e l’Associazione UE dei produttori di Gsm
tra i finanziatori”. Ma anche Paolo Vecchia, ex funzionario
dell’Istituto Superiore della Sanità ed acerrimo negazionista
dell’eziopatogenesi immuno-neuro-tossica dell’elettrosensibilità, è ora
consulente di Nokia. Proprio il INCIRP si dovrà esprimere a breve sulle
nuove linee guida nelle radiazioni, e sulla richiesta di revisione nella
classificazione della radiofrequenze tra gli agenti cancerogeni ci
penserà, invece, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
“Sarà – dice Martucci – un terremoto per il business 5G se la
connessione elettrosmog-salute passerà dall’attuale livello Classe 2B
alla Classe 2A o addirittura alla Classe 1, venendo cioè elevata da
“possibile” a “probabile”, se non addirittura “certo” agente
cancerogeno. Sappiamo ormai che il 70% degli studi negazionisti hanno
per il 90% conflitti di interessi, al contrario quelli che affermano la
correlazione tra onde elettromagnetiche e patologie gravi, che
rappresentano il 30% degli studi complessivi, sono davvero totalmente
indipendenti. Per questo da Vicovaro usciamo con la consapevolezza di
essere più forti, perché più informati e più in rete che mai. I giudici
del Tar del Lazio, per esempio, hanno condannato i Ministeri
dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione a promuovere entro i
prossimi sei mesi una campagna d’informazione per denunciare i rischi
dell’uso di telefoni cellulari. Inoltre, il Tribunale di Firenze ha
disposto l’immediato spegnimento del WiFi in una scuola per proteggere
la salute di un minore. Si è trattato di una decisione prudenziale,
“inaudita altera parte” come si dice in gergo giuridico. Un atto
preliminare il cui obiettivo è evitare di esporre a immediati pericoli
il bambino. In marzo si terrà l’udienza per discutere se lo spegnimento
del Wi-Fi sarà temporaneo o definitivo. Insomma, sta crescendo la
consapevolezza e la sensibilità da parte di tutti. Da Nord a Sud, senza
distinzione. Chiederemo ai Comuni e in particolare ai Sindaci coinvolti
nella sperimentazione di fermarsi, di agire quali rappresentanti massimi
dell’autorità sanitaria sul territorio a prescindere dalle cifre (ahimè
succulente se si pensa che solo Prato prende 15milioni di euro per la
sperimentazione 5G) che rendono il 5G una vera e propria gallina dalle
uova d’oro”.
flash mob a Segovia, Spagna, contro il 5G
La risposta di molta parte delle istituzioni, di produttori e altri
anche in Italia è “nessun pericolo”. In una recente intervista,
Roberto Saracco,
ex direttore del Nodo italiano degli EIT ICT LABS (l’Istituto europeo
di innovazione tecnologica) che ha sede a Trento, già direttore del
Future Centre di Venezia, nonché responsabile delle architetture di
telecomunicazione innovative e comunicazioni scientifiche di Telecom
Italia ha dichiarato “Oggi abbiamo circa 74.000 antenne in
Italia molte in tecnologia beam forming (il segnale è direzionale e
quindi viene inviato direttamente al device che deve coprire) che creano
un campo elettromagnetico, che si aggiunge ai molti già esistenti. Con
il 5G, che ha una minore capacità di propagazione usando frequenze più
elevate, le antenne, a regime, diventeranno 1 milione. Questo vuol dire
un crollo dell’inquinamento elettromagnetico di almeno 50 volte.
Semplicemente ci saranno molte più antenne e quindi il segnale potrà e
dovrà essere meno forte essendo le antenne più vicine ai nostri
telefonini”.
Zhang Wanchun, che è Senior Vice President e Responsabile Wireless Product di Zte, al Mobile World Congress di Barcellona
ha illustrato il funzionamento delle reti wireless messe a punto dal
colosso cinese che in Italia ha in atto la sperimentazione della nuova
tecnologia a L’Aquila e a Prato. “Abbiamo discusso a lungo con gli
operatori e con le autorità locali” ha detto “la potenza del segnale del
5G E’ maggiore rispetto a quella delle 4G, ma non va confusa con la
quantità di energia emessa. Le antenne 4G sviluppano 320 W di potenza,
contro i 200 W delle antenne 4G. Il fatto che le antenne di ultima
generazione sfruttino l’intelligenza artificiale e algoritmi più
sofisticati permette di indirizzare meglio il segnale e di sfruttarlo al
suo massimo”. Secondo Zhang quello della sicurezza per gli organismi
viventi rispetto alle radiazioni del 5G “semplicemente non è un tema”.
Ma che cosa prevede questa sperimentazione? Il 5G prevede una
copertura dell’intero territorio nazionale nel 98% del suolo pubblico:
non solo smart city, ma anche parchi, aree naturali, zone rurali e
perfino centri con scarsa densità abitativa. Oltre ai 24 mila hot spot
wifi pubblici e alle attuali 60 mila stazioni radio base (le antenne di
telefonia mobile spesso sui tetti dei palazzi, sistemi 2G, 3G e 4G), col
5G sarà installato un imprecisato numero di mini-antenne a microonde
millimetriche, quantificabili persino in milioni se diffuso dai nuovi
lampioni della luce LED, riconvertiti in ripetitori wireless. E c’è
anche il progetto del wifi dallo spazio, dai tombini dei marciapiedi (lo
smart pavement in sperimentazione a Reggio Calabria) e la messa in
orbita di droni satellitari (in sperimentazione a Torino). Insomma una
24ore su 24 e 7 giorni su 7 di brodo elettromagnetico che piove
dall’alto, con una densità espositiva mai vista prima, ma tra i comuni
sperimentali e le regioni interessate al momento, c’è già chi fa un
passo indietro: a
San Giorgio di Lomellina (a Pavia) il segretario comunale
– rispondendo alla diffida legale presentata per conto dei cittadini –
ha affermato che “in questo Comune non è prevista l’installazione del
5G”. La Basilicata, dove è riconosciuta l’elettrosensibilità, manca
all’appello, anche se è stata inserita la città di Matera.
Il sindaco di Marsaglia, invece, Franca Biglio,
ha le idee chiare e dice: “Siamo stati sorteggiati per questa
sperimentazione. Aspettiamo che il gestore esponga il progetto; poi
faremo approfondimenti indipendenti. La tecnologia è importante, ma lo è
di più la salute. Alla fine delle nostre valutazioni convocheremo la
popolazione e insieme sceglieremo la soluzione migliore”. Anche diversi
senatori italiani sostengono i pericoli dell’onda elettromagnetica 5G.
Da Trento il senatore Andrea de Bertoldi, segretario commissione finanze e tesoro dice
”I cittadini italiani sono inconsapevoli cavie per gli effetti
dell’elettrosmog 5G. Milioni di antenne, milioni di onde
elettromagnetiche che mettono a rischio la salute pubblica”. De Bertoldi
ha presentato una nuova interrogazione parlamentare e scrive “.. si
chiede di sapere: se i Ministri interrogati, siano in possesso di
informazioni riguardanti possibili casi di radiazioni nocive avvenuti
nel nostro Paese, nei confronti di esseri umani e animali e in caso
affermativo se intendano renderle note; quali iniziative di competenza, i
Ministri in indirizzo, intendano intraprendere, al fine di tutelare la
popolazione nazionale, dall’esposizione dei campi elettromagnetici
derivanti dall’emissione delle nuove radiofrequenze per la tecnologia
wireless di quinta generazione, cosiddetta 5G; se non convengano della
necessità di istituire una Commissione governativa, volta a definire un
quadro d’interventi finalizzati a studiare gli effetti derivanti sulla
salute degli esseri umani e la salvaguardia dell’ambiente e del
territorio, dall’aumento massiccio derivante dall’emissione dei campi
elettromagnetici a radiofrequenza (Rf-Emf), causati dalla tecnologia
5G”.
Ecco i contenuti della risoluzione dell’
Alleanza Nazionale Italiana STOP 5G:
1)GOVERNO
Rinnovo della richiesta di moratoria per fermare la sperimentazione 5G su tutto il territorio italiano
Non innalzare i valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica
Minimizzare il rischio sanitario promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici
Integrare i contratti d’asta da stipulare e/o già stipulati con
l’industria aggiudicataria delle nuove bande 5G con l’inserimento di una
clausola per un’accisa risarcitoria da eventuali danni cagionati sulla
salute della popolazione
2) MINISTRO DELLA SALUTE
Promuovere uno studio preliminare nazionale sugli effetti biologici
delle radiofrequenze 4G e 5G presso un ente indipendente e privo di
conflitti d’interessi con l’industria, valutata la disponibilità
dell’Istituto Ramazzini
Istituire una commissione di vigilanza permanente per il monitoraggio
degli effetti dei campi elettromagnetici, individuando membri della
scienza e medicina indipendente, un coordinamento tra le associazioni
dei malati
3)PARLAMENTO
Invito alle Commissioni preposte di calendarizzare la discussione di disegni di legge sulle malattie ambientali
Invito alla Commissione Vigilanza Rai di valutare il livello
d’informazione sinora offerto nei servizi di radiotelevisione pubblica
circa i pericoli sanitari del 5G
Di dare piena attuazione alla Legge Quadro del 2001 con
l’applicazione dei decreti attuativi, valorizzando una delle legge più
cautelative d’Europa in difesa della salute pubblica
4)REGIONI e PROVINCE AUTONOME
Promuovere una inter/commissione sanità/ambiente per monitore le
ripercussioni dei campi elettromagnetici su popolazione ed ecosistema,
individuando membri della scienza e medicina indipendente e un
coordinamento locale tra le associazioni dei malati e cittadinanza
attiva
5)COMUNI
Invito al Sindaco in qualità di massima Autorità Sanitaria e
ufficiale di Governo e, in subordine, al Prefetto in caso d’inerzia del
primo, di adottare un’ordinanza contingibile e urgente per sospendere la
sperimentazione del 5G sul territorio amministrato in attesa di quanto
ai punti 1), 2), 3), 4)
6)ASSOCIAZIONI e CITTADINI
Sostenere la cittadinanza più esposta, in particolar modo i soggetti
più a rischio come malati, donne in gravidanza, anziani e bambini in chi
ne esercita la patria potestà, nelle diffide legali, anche individuali,
da inoltrare ai ministri della salute, dello sviluppo economico e al
Sindaco del proprio comune di residenza, rivendicando il diritto
costituzionale per la tutela alla salute di cui all’art. 32
Sostenere l’associazionismo nell’intraprendere un percorso legale di
autotutela pubblica anche per mezzo di un ricorso d’urgenza da
presentare alla Procura della Repubblica, Tribunale civile ex art. 700
per ‘periculum in mora’
Per informazioni: stop5gmeeting@gmail.com e su quanto anche la Spagna cominci ad avere attenzione sull’argomento leggere
qui