di Gianni Lannes
Io so di non sapere, ma in ogni caso il dubbio ma non l’accettazione acritica di presunte verità ufficiali, è la base di ogni civiltà umana, nonché il fondamento della ricerca. Quando la scienza è un pretesto ammantato dal segreto di Stato, quando si nega e si tranquillizza fino all’imbonimento delle masse. Quanto è piccolo il mondo disumano, dove la fantascienza (DARPA) ha soverchiato la realtà. Basta scavare un po’ e tutto torna a rigor di logica, per ricostruire il bandolo della matassa sulla base di un’esperienza personale diretta, verificabile da chiunque. Le autorità tricolori non hanno mai rivelatogli eventuali danni subiti a seguito del sisma dell’Aquila (309vittime) e pure adesso tacciono al laboratorio di fisica nucleare. Perchè? Qualcosa da nascondere? Si sa solo che parte del corno piccolo ha subito danni e non era mai successo prima. Chi controlla i controllori – laureati e analfabeti funzionali – in Italia? Nessuna anima viva super partes. Dinanzi all’ennesima carneficina (291 morti accertati attualmente) di connazionali innocenti e di tanti bambini non si può tacere.
Ad un soffio da L’Aquila, ad un passo da Amatrice e da Rieti, nelle viscere dell’Appennino, esattamente dentro il sistema geologico più delicato in assoluto di tutta la dorsale italica, che disseta 1 milione di persone. In loco le zolle tettoniche sono instabili come in nessun altro luogo del belpaese. Lì, dove oscillano i neutrini, il regno della Fisica delle Particelle, dove stanno conducendo in questo momento esperimenti sulle esplosioni delle Supernovae, lì dove quantità abnormi di energia vengono convogliate in condotte progettate per studiare l’infinitamente piccolo della materia e ciò che si nasconde tra etere e le conosciute quattro dimensioni dello Spazio/Tempo. Lì dove torturano madre Terra, punzecchiandone il sistema nervoso. Lì dove la scienza crede di poter dominare la forza dell’universo. Proprio lì, in corrispondenza degli epicentri dei più disastrosi terremoti recenti italiani. Lì dove certi omuncoli in camice bianco e divisa d’ordinanza si credono “dei”. Quali sono realmente gli esperimenti in atto attualmente?
Nati da un’idea di Antonino Zichichi, la loro costruzione ebbe inizio nel 1982 e sono stati costruiti assieme al traforo autostradale del Gran Sasso. Cinque anni dopo vi si tenne il primo esperimento. I laboratori sotterranei contengono tre “sale” (sala A, sala B e sala C) le cui dimensioni tipiche sono di 100 metri di lunghezza per 20 metri di larghezza e 20 metri di altezza. Oltre alle tre sale principali i laboratori sotterranei sono costituiti da alcuni locali di servizio, da dei tunnel di collegamento (uno dei quali collega tutte le tre sale ed è sufficientemente grande da permettere il passaggio di grossi autocarri) e da alcune piccole altre zone sperimentali dove trovano collocazione alcuni esperimenti di piccole dimensioni geometriche. In due piccoli tunnel ausiliari, appositamente realizzati, ha trovato collocazione un interferometro ottico.
Dunque, li ha pretesi Zichichi, lo stesso che ha ospitato presso il centro Ettore Majorana, la presentazione di un delirante progetto di “geoingegneria ambientale” messo in pratica in Europa. Infatti, nell’agosto dell’anno 1997 ad Erice in Sicilia, entrò in scena anche se non proprio fisicamente Edward Teller, l’inventore della bomba H. Dal 20 al 23 agosto di quell’anno andò in onda il «22nd International Seminar on Planetary Emergencies», organizzato proprio dal fisico Zichichi. L’architrave teorica della guerra non convenzionale, proibita dalla convenzione Enmod dell’Onu (entrata in vigore il 5 ottobre 1978) porta il seguente titolo: «Global Warming and Ice Ages: I. Prospects for Physics-Based Modulation of Global Change».
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