L'Aquila (prefettura in macerie): 6 aprile 2009 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
L’Aquila è una città fantasma, interi paesi sono stati distrutti (Onna, Paganica, ad esempio), l’area colpita a tutt’oggi è stranamente militarizzata, eppure, del laboratorio scientifico di fisica nucleare ubicato nel sottosuolo, a 1.400 metri di profondità, sotto il Gran Sasso, zona notoriamente martoriata dal sisma del 6 aprile 2009, non è trapelato nulla a livello ufficiale. Lo Stato ed i governi (Berlusconi, Monti, Letta) tacciono. Perché?
Gran Sasso: ingresso al laboratorio di fisica nucleare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Quanto materiale chimico e radioattivo era presente nel predetto laboratorio al momento del sisma distruttivo? Quali esperimenti erano in corso? In particolare: quali e quanti danni ha subito la struttura sotto terra? Se gli edifici hanno retto all’impatto del sisma perché non comunicarlo all’opinione pubblica?
Cosa è accaduto in realtà nelle viscere di questa montagna violata dall’uomo con pretesti “scientifici” che disseta il popolo abruzzese? Inoltre: perché si tengono esercitazioni militari sul Gran Sasso, un parco nazionale, ossia un'area "protetta", quando l'Esercito italiano ha già in uso ben 12 aree estese per quasi 20 mila ettari (Le Ripe, Monte Stabiata, Monte Crespiola, Monte Sirente, Monte Ruzza, Prata D'Ansidonia, La Pretara, Fiume Alento, Piazza d'Armi, Echo 351, Le Marane, Bafile)? E ancora: c'è una correlazione tra la vistosa riduzione del ghiacciaio e questi giochi di guerra?
San Cosimo (AQ): deposito militare, ingresso secondario (foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Non è tutto. Nei pressi di Sulmona, precisamente nell’agro di Pratola Peligna, sotto la collina (limitrofa al tratto autostradale che porta a Roma) vi è una grande deposito militare, chilometri di tunnel sotterranei e segreti.
Nel 1999 avevo personalmente sollevato il problema dell’inquinamento bellico, sulla base di riscontri epidemiologici ed in relazione al manifestarsi di malformazioni e patologie tumorali nell’area a danno dell’ignara popolazione (ne avevo scritto sul quotidiano Liberazione) e la stampa locale (Il Messaggero, edizione Abruzzo) aveva ripreso con una cronaca una mia conferenza a Bussi sul Tirino.
Nel 2008 questo sito delle forze armate è stato al centro di un’aspra polemica che ha visto il generale di corpo d’armata Giorgio Ruggeri dichiarare pubblicamente: «Nel deposito militare di san Cosimo non c’è nulla che possa rappresentare un rischio ambientale o una contaminazione radiologica pericolosa per la salute della popolazione residente. Posso affermare con estrema certezza che gli ipotetici casi di malattia non sarebbero assolutamente collegati alla presenza del deposito e che non sarà smantellato perché rappresenta per l’esercito una presenza strategica sul territorio».
San Cosimo: deposito militare (veduta aerea) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti risrevati) |
Inquietante vero? Prove alla mano il governo degli Stati Uniti d’America a partire dal remoto 1957 ha fornito alle Forze Armate italiane armamenti nucleari: granate e proiettili per l’artiglieria, nonché mine in quantità industriale. Qual è il loro grado di sicurezza? Forse il ministero della Difesa e tutti i generaloni italioti fingono di ignorare il fatto che l’Italia nel 1968 ha firmato il Trattato internazionale di non proliferazione nucleare, ratificato nel 1975, che vieta la presenza sul suolo nazionale di armamenti atomici di ogni genere.
protesta popolare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
La domanda è disarmante: in quel deposito sono stati allocati ordigni nucleari? Il deposito di San Cosimo ha subito per caso danni in seguito al terremoto del 6 aprile 2009 ed ai successivi sismi?
Gran Sasso - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
In caso positivo, quali, quanti e di che genere? In sintesi: nella zona colpita dal sisma artificiale del 6 aprile 2009 che ha ucciso 309 persone, è presente un grande laboratorio di fisica nucleare ed un deposito di armamenti ed esplosivi di ignota natura. Cosa è accaduto a tali strutture? Forse sono state danneggiate? E’ ipotizzabile che si siano verificate delle fughe di radioattività nell’ambiente circostante? Perché le Autorità dello Stato italiano non hanno verificato e non hanno comunque informato la popolazione residente?
Non si era detto e ripetuto fino alla nausea almeno dal 1946 ad oggi, che si dovesse governare l’Italia con metodi e strumenti democratici in base alla Costituzione repubblicana ed antifascista? Ma non è proprio il controllo del popolo sovrano, attraverso la conoscenza dei fatti (significativi e non) uno degli ingredienti fondamentali della democrazia?
Allora, di quale democrazia blaterano i maggiordomi del potere per conto straniero che ci usano come cavie per i loro esperimenti segreti di dominio globale del mondo?
Nessun commento:
Posta un commento