a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.
Nel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi "stati di coscienza".
Per esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il
buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai
diversi stadi del sonno.
Ma anche gli stati di coscienza "straordinari" fanno
parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente
"creativi", insolitamente "intuitivi", eccezionalmente "lucidi",
profondamente "rilassati".
Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi
della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attivita'
elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso "onde elettromagnetiche": le onde cerebrali, appunto.
La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al
secondo', o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attivita' in cui il
cervello e' impegnato e puo' essere misurata con apparecchi elettronici.
Gli scienziati suddividono comunemente le onde in "quattro bande", che
corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse
"attivita' del cervello".
Le onde cerebrali sono fluttuazioni ritmiche delle
tensioni fra i componenti del cervello. I quattro stati più comuni di
queste onde sono: Delta, Theta, Alpha e Beta. La frequenza di tali onde è
relativa allo stato di coscienza e tale stato determina un risultante
tipo di emozione e/o funzione mentale.
Tutti gli stati delle onde cerebrali sono presenti in
quantità variabili in diverse parti del cervello. Lo stato di coscienza
è relativo alle onde dominanti in un dato momento.
Onde cerebrali Delta
Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e
sono associate al più profondo rilassamento psicofisico. Le onde
cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia,
del sonno senza sogni, dell'abbandono totale, delle esperienze di
pre-morte e coma. In questo senso vengono prodotte durante i processi
inconsci di autogenerazione e di autoguarigione. In questo stato si è
solitamente "incoscienti" della realtà fisica. Questo stato di coscienza
di solito è privo di sogni e può essere ottenuto da un meditante
esperto.
Onde cerebrali Theta
La loro frequenza e' tra i 4 ed i 8 Hz e
sono proprie della mente impegnata in attivita' di immaginazione,
visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte ad
occhi chiusi e corpo fermo con un intensa attenzione interiore e durante
la meditazione profonda, il sogno ad occhi aperti, la fase REM del
sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attività di veglia le onde Theta
sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita'
immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla
creativita' e alle attitudini artistiche.
Onde cerebrali Alpha
Hanno una frequenza che varia da 8 a 14
Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La
mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi
esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde
alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è
la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche,
per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di
meditazione, yoga, taiji. Nello stato Alpha generalmente si presenta
una sincronizzazione e un equilibrio tra emisfero destro e sinistro. In
questo stato di solito il livello di endorfine è alto.
Onde cerebrali Beta
Hanno una frequenza che varia da 14 a 30
Hz e sono associate alle normali attivita' di veglia, quando siamo
concentrati sugli stimoli esterni, con occhi aperti e focalizzazione
esterna. Le onde Beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali
attivita' di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione
degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio,
leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde Beta. Esse,
poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di
azioni. Nei momenti di stress o di ansia le Beta ci danno la
possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce
soluzione ai problemi.
Onde cerebrali Gamma
Sono molto rare e relative a frequenze superiori ai 30 Hz nel range da 30 a 90
Hz e prevalentemente 30-42 Hz. Sono tipiche degli stati di meditazione
profonda e di grande energia, sono correlate con la volontà, i processi
mentali superiori e i poteri psichici, con la concentrazione e il
"problem solving" (risoluzione di più problemi contemporaneamente).
Le onde Gamma sono quelle "più recenti" solo perché è
stato difficile trovare la strumentazione che le misurasse
accuratamente. Si pensa che le frequenze delle onde cerebrali High-Beta e
Gamma siano "frequenze di armonizzazione". Le onde Gamma sono associate
con la funzione cerebrale che crea una sintesi olografica dei dati
raccolti in varie aree del sistema nervoso centrale, affinché si fondano
insieme in una prospettiva più elevata.
Recenti sperimentazioni EEG hanno rilevato frequenze
cerebrali estremamente elevate sopra le Gamma, fino a 100 cicli al
secondo (Hz), che sono state denominate Onde Iper Gamma e onde persino più elevate, a 200 cicli al secondo, denominate Lambda.
Sono state rilevate anche onde estremamente basse, più basse delle onde
Delta a meno di 0,5 cicli al secondo, che sono state denominate Epsilon.
Queste "nuove onde cerebrali" sono state associate a
stati elevati di auto-consapevolezza, capacità di accesso a livelli
superiori di informazione ed intuizioni e abilità psichiche ed
esperienze extracorporee.
I ritmi Theta e Gamma interagiscono anche con questi
nuovi schemi cerebrali per aiutare la concentrazione olografica delle
informazioni cerebrali in immagini, pensieri e memorie comprensibili.
Il fenomeno della risonanza
Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian
Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce,
osservo' che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli,
questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento
oscillatorio, quasi "volessero assumere lo stesso ritmo". Dai suoi studi
deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso
dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria
frequenza. Allo stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un
diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo
si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve
intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare.
La risonanza puo' essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali.
Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un'
evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le
onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in
questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai
suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato
e' che se il cervello e' sottoposto a impulsi (visivi, sonori o
elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi.
Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se
l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta
(quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un
certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a
modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto.
Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.
I due emisferi cerebrali
Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi:
Destro (Eros):
- sintetico (comprende l'insieme delle parti),
concreto, spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo (usa
sensazioni e immagini), analogico (usa le metafore), irrazionale,
olistico (percepisce le strutture di assieme), atemporale e
non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, musicali, spaziali,
espressive e della fantasia.
Sinistro (Logos):
- analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge
all'interno, partendo dal dettaglio), lineare (lavora in ordine
sequenziale), logico, numerico, razionale, sequenziale, simbolico,
temporale, verbale e linguistico. E' la sede di tutte quelle attivita'
che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.
I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il cosiddetto "corpo calloso".
Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio sinistro, l'orecchio
sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse all'emisfero
destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destra del
corpo sono connesse all'emisfero sinistro.I due emisferi, poi,
funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i processi
informativi, secondo modalita' distinte. Per come si e' finora
strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza alle modalita'
di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i
neurologi definivano "minore" l'emisfero destro. Ma, una visione piu'
bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni,
una armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò che, oggi, forse,
l'umanita' necessita con piu' urgenza.
Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due emisferi cerebrali e' il suono. Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale emette onde particolari, che possono entrare in risonanza
con le onde sonore esterne. In questo modo il cervello viene
'veicolato' attraverso il suono, stimolato a sintonizzarsi su una
frequenza (e quindi sull'attivita' cerebrale che le corrisponde),
portato a funzionare come un insieme.
Il ritmo biauricolare
Le onde cerebrali hanno una frequenza che l'orecchio
umano non coglie. Ma, l'avvento dell'elettronica e dell'informatica
applicata al settore musicale ha dato la possibilita' di utilizzare tali
frequenze, veicolandole attraverso onde sonore particolari.
Viene usata una particolare tecnica, chiamata ritmo biauricolare o binaurale,
che opera in questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un
suono portante alla frequenza, poniamo, di 500 Hz e l'orecchio destro
con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e
solo dal cervello, perché è una frequenza che sta al di fuori dello
spettro sonoro).
Il cervello e' cosi' stimolato ad entrare in
risonanza con il 'ritmo biauricolare' di 10 Hz (onde alfa) e, di
conseguenza, con l'attività corrispondente: rilassamento, calma,
tranquillità.
Figura 1 - Binaural beat - Battimento binaurale o biauricolare
In figura 1 potete vedere l'analisi in frequenza di
un battimento binaurale di 30 Hz (infrasuono) generato da due frequenze
diverse per il canale sinistro (424 Hz - blu) e canale destro (454 Hz -
rosso) a 0 dB.
Interferenza Costruttiva o Risonanza Armonica
Interferenza Distruttiva o Risonanza Disarmonica
Risonanza costruttiva e Chakra
Quando è in salute e bilanciato, ognuno dei sette
chakra maggiori umani ruota ad una costante e predeterminata frequenza o
vibrazione. Il Chakra della radice ha una frequenza risonante normale
di 256 cicli a secondo, o 256 Hz (il Do centrale del pianoforte). Il
Chakra seguente per altezza, il Sacrale, risuona a 288 Hz, che è la nota
Re. E ogni chakra via via più alto, nel corpo fisico, ha una nota via
via più alta della scala, fino al Si. Questi sette toni o note sono
chiamati "Ottava 0". Ogni volta che si sale di un'ottava (per esempio
dal Do centrale, 256 Hz, al Do più alto della scala, 512 Hz) si può
notare come il valore della frequenza raddoppi. Questa caratteristica
molto importante è anche uno dei princìpi di risonanza.
Si noti anche che, come il pianoforte ha diverse
ottave sopra l'ottava 0, così ne ha anche quel veicolo energetico che
chiamiamo "Campo di Energia Umana". Gli Uomini hanno complessivamente
cinque ottave associate alla loro Aura, ma solo l'ottava più bassa, la
0, è associata al loro corpo fisico. Ad ottave più alte corrispondono
connessioni energetiche tra persone e dimensioni più elevate, partendo
dall'ambiente locale della persona (ottava 1), alla Madre Terra in senso
Globale (Ottava 2), al nostro sistema solare e in particolare al Sole,
l'immediata fonte di tutte le energie "fisiche" che supportano la vita
in questo mondo (ottava 3), alla nostra galassia, la via lattea (ottava
4), e all’energia dell’Universo (Ottava 5). Comunque, quando si lavora
con la terapia del suono, ci si può concentrare sull'ottava 0, l'ottava
associata al corpo fisico e ai suoi maggiori centri di energia.
Se un Chakra è un pò "scordato" e non vibra in
armonia, esso può essere ri-accordato attraverso un processo di
vibrazione simpatetica. Questo è un concetto base della terapia. Le
vibrazioni armoniose alla frequenza corretta entrano direttamente nel
campo di rotazione del Chakra e hanno l'effetto di portare quella
sequenza vibrazionale del Chakra indietro alla sua frequenza propria
così che possa funzionare efficientemente come un transduttore di
energie provenienti dal campo di energia universale richiesto dagli
organi e ghiandole associati al chakra.
I sette princìpi che caratterizzano il suono e che in
ultima analisi determinano gli effetti che il suono ha sul corpo umano e
sui suoi sistemi di energia sono: Risonanza, Ritmo, Melodia, Armonia,
Tonalità, Timbro e Intonazione.
Risonanza costruttiva
Quando un Chakra risuona ad una particolare
vibrazione o frequenza, prende e assorbe energia da quella frequenza.
C'è un trasferimento di energia che ha luogo dalla sorgente dell'energia
sonora in vibrazione (strumento, voce, coristi...) al chakra stesso.
Questo trasferimento che ha luogo nel fenomeno è conosciuto come
"Risonanza Simpatica". La risonanza simpatica o simpatetica può essere
meglio illustrata osservando due strumenti a corda (Violino, Arpa...)
accordati in maniera identica posti l'uno accanto all'altro. Se
pizzichiamo la corda del primo strumento, le vibrazioni di quella corda
sono sentite dalla stessa corda del secondo strumento, questi inizia ad
assorbire l'energia del suono di quella specifica frequenza e quindi
inizierà a vibrare a quella frequenza.
Il principio della Risonanza Simpatica è usato nella
terapia del suono per riempire ogni chakra con le vibrazioni sonore
della frequenza propria. Per introdurre il suono della frequenza propria
del Chakra si possono usare sia la voce umana che degli accordatori
(coristi). Introducendo la frequenza propria, il livello di vibrazione
del Chakra stesso inizia a riequilibrarsi ed armonizzarsi alla sua
frequenza.
Un'altra caratteristica del fenomeno della Risonanza
Simpatica è che le corde accordate alla stessa nota o ad una o più
ottave sopra la nota vibrante, iniziano a vibrare uguale. Per esempio,
se un violino ha una corda intonata al Do centrale (256 Hz) e un secondo
violino vicino ha una corda accordata ad un'ottava sopra il Do centrale
(Do Alto - 512 Hz), quando la corda del Do centrale è pizzicata sul
primo violino, il Do alto del secondo violino inizierà a vibrare. Così
lavorando con i toni di un'ottava possiamo produrre vibrazioni nelle
ottave superiori.
Questo principio è usato nella Terapia del Suono e
per creare sopratoni che possano interessare corpi di energia più alta
del campo di energia umano. Questi corpi di energia secondari (eterico,
emozionale, mentale e spirituale) possono essere pensati come delle
ottave superiori al corpo fisico. Così, quando lavoriamo coi Chakra del
livello fisico, i sopratoni prodotti hanno lo stesso effetto, attraverso
la risonanza simpatica, sulle sequenza di energia di vibrazione dei
chakra nei corpi superiori. Tutto questo attraverso una profonda
sensazione di benessere, serenità, pace, e connessione attraverso i
livelli di energia del soggetto.
Ritmo
L'impulso della Vita è riconosciuto in maniera
subliminale quando si sente un suono costantemente ripetuto. Questo per
esempio vale per il rullo di tamburo dei circhi. Il Suono forte e
rimbombante delle percussioni ripetuto di continuo per diversi minuti,
ha l'effetto di portare la mente cosciente in uno stato "alterato". La
cadenza o il ritmo del suono ha anche un effetto definito sul corpo
umano. Un ritmo molto lento ha un effetto di quiete o sottomissione,
mentre un ritmo veloce dà un senso di azione e di movimento.
Melodia
Le melodie e i ricordi sono spesso in relazione e
spesso una certa melodia porta alla luce uno specifico ricordo. Alcune
melodie fanno sentire leggeri e felici, altre pesanti e depressio.
Spesso la Melodia e il Tempo (o Velocità) della stessa si combinano
generando una sensazione generale di comfort e benessere. Questo può,
alternativamente, stimolare il rilascio di endorfine dal cervello che
scioglierà lo stress mentale ed emozionale e ridurrà la tensione ed il
dolore, soprattutto se la melodia porta alla luce un ricordo veramente
piacevole. Questo riequilibra e aiuta a purificarci dai residui delle
energie negative.
Armonia
L'armonia è la combinazione di due o più toni in un
accordo. Quando la combinazione ha un suono piacevole, colpisce sia il
corpo fisico che le sue energie secondarie in maniera positiva e aiuta
il corpo fisico ad accordarsi con le vibrazioni spirituali. L'armonia ci
aiuta a trasmutare le condizioni maggiori del corpo e ad "alterare" gli
stati di coscienza. Cercando la giusta combinazione di toni e ritmi e
della loro armonia, possiamo produrre una risonanza dinamica che
corregge ed elimina gli squilibri.
Tonalità
La tonalità è la velocità alla quale le onde sonore
vibrano. Più veloci vibrano le onde, più alta sarà la tonalità. Varie
sequenze di tonalità possono aiutarci nella frantumazione di pattern di
energia rigidi che limitano la nostra crescita, salute e benessere.
Tonalità specifiche colpiscono specifici chakra, e questo è il principio
applicato dalla terapia attraverso l'uso di precisi accordatori.
Ascoltare un brano musicale composto nella tonalità associata al
relativo chakra può aiutare a bilanciarlo.
Timbro
Quando strumenti diversi suonano la stessa nota sulla
scala (per esempio 512 Hz, un Do sopra il Do centrale del piano), la
caratteristica del timbro fa si che ogni suono sia riconosciuto come
separato dall'altro. Un flauto, una tromba, un corno francese, un
sassofono soprano, una fisarmonica, un oboe possono suonare la stessa
nota, ma ogni suono sarà differente dall'altro. Uno può suonare
metallico, uno morbido, uno soffice, uno aspro, uno legnoso ecc. Ognuna
di queste interpretazioni su come la nota suona interessa anche come noi
ci sentiamo sentendo quella particolare nota. Noi reagiamo in maniera
prevedibile a differenti timbri della stessa nota o tono.
Intonazione
Quando cresciamo e ci sviluppiamo impariamo a
rispondere al suono della voce umana e rispondiamo a questo suono in
modi differenti da come risponderemmo al suono di uno strumento
musicale. La voce umana ha una presenza e una tonalità che la separa da
tutti i suoni che ascoltiamo. E' più personale, più immediata e prende
la nostra intera attenzione. A causa di questi fattori, quando
ascoltiamo la voce umana, noi rispondiamo su un altro livello
emozionale, diverso da quello dei toni musicali, anche se questi suoni
sono morbidi e armoniosi. Intonare con la voce umana restaura la
sequenza di vibrazione sia del corpo fisico che delle sue energie
secondarie così che la nostra essenza spirituale può manifestarsi nella
sua pienezza attraverso l'ambiente fisico.
Intervalli e Ottave
In musica si dice intervallo la distanza tra due note
o suoni, cioè la differenza d'altezza tra due suoni, esprimibile in
fisica acustica tramite il rapporto delle loro frequenze.
A causa della fisiologia di percezione del suono,
l'intervallo musicale non è proporzionale alla differenza tra le
frequenze dei suoni, ma alla differenza tra i loro logaritmi, cioè al
rapporto tra le frequenze, una sorta di distanza numerica tra due suoni
che si può verificare tra due suoni prodotti consecutivamente, e in tal
caso si parlerà di intervallo melodico o diacronico o salto, oppure tra
due suoni prodotti simultaneamente, e si dirà intervallo armonico o
sincronico o bicordo.
Nella teoria musicale, gli intervalli si misurano contando le note da quella di partenza a quella di arrivo.
Se si hanno ad esempio un DO e un SOL, l'intervallo è
una quinta perché si contano cinque note - DO, RE, MI, FA e SOL.
L'intervallo tra il DO e sé stesso non si chiama "di prima", ma unisono.
Si possono poi avere intervalli anche oltre l'ottava:
nona, decima, undicesima e tredicesima sono quelli che si trovano
menzionati più spesso.
La classificazione degli intervalli musicali
costituisce argomento fondamentale nello studio della musica e del suo
linguaggio. Un intervallo viene detto armonico quando i suoni che lo
formano sono contemporanei e melodico se i suoni che lo formano vengono
considerati in successione.
L'intervallo armonico viene sempre considerato
ascendente, cioè dal grave verso l'acuto (dal basso verso l'alto). Un
intervallo armonico è caratterizzato anche da consonanza e dissonanza,
fenomeni legati all'interferenza generata dai due suoni in questione.
Quello melodico invece, a seconda di come è scritto,
può essere ascendente o discendente, a seconda che la prima nota sia più
grave dell'altra o viceversa. In pratica se ne osserva l'evoluzione in
senso temporale. Un intervallo melodico si distingue anche per la
direzione, ascendente o discendente, a seconda che il secondo suono sia
rispettivamente più acuto o più grave rispetto al primo.
Un intervallo è detto semplice quando sta
nell'estensione di un'ottava; se invece ne oltrepassa i limiti si dice
composto. Va però detto che alcuni trattati di teoria considerano
semplice anche l'intervallo di nona.
L'intervallo più semplice da generare è probabilmente
quello di ottava. Esso si ottiene ad esempio sollecitando una corda
elastica per produrre la nota più grave, dimezzando quindi la lunghezza
della corda e sollecitandola nuovamente per generare la nota più acuta.
Il più piccolo intervallo utilizzato nella musica
occidentale è detto semitono. Per motivi storici nel nostro sistema
musicale si è scelto convenzionalmente di suddividere l'ottava in 12
semitoni equalizzati, ossia per i quali si mantenga costante il rapporto
tra le frequenze degli estremi.
Nella terminologia convenzionale occidentale gli
intervalli vengono classificati mediante due parametri che chiameremo
ampiezza e specie. Nonostante che tutti i trattati di Teoria e di
Armonia concordino nel classificare gli intervalli mediante due
parametri, è curioso che in letteratura non esista in proposito una
terminologia universalmente accettata. All'occorrenza vengono adottati
vocaboli quali denominazione, specie, forma.
Quindi la denominazione degli intervalli si compone
di due parti distinte, come ad esempio: quinta giusta, settima eccedente
e così via.
Si osservi che la classicazione risulterà del tutto
indipendente dalla tonalità in cui l'intervallo si presenta, infatti la
definizione univoca di un intervallo dipende esclusivamente dal nome
delle note che lo compongono e dal loro stato di alterazione.
Nell'armonia classica o tonale, che poi è quella che
viene anche usata per descrivere canzonette, jazz e blues, si suppone
che ogni brano possegga una sua tonalità di base (generalmente è
l'accordo che termina il ritornello) e tutti gli accordi del pezzo
vengono considerati non in assoluto, ma relativamente a quella tonalità.
È vero che si può cambiare tonalità all'interno di
una canzone: ad esempio, dopo un giro di DO (DO, LAm, REm, SOL7, DO) si
può avere un LA7 e rifare la stessa melodia un tono sopra, ma in questo
caso si comincia semplicemente a calcolare tutti gli accordi
relativamente alla nuova tonalità.
Si è deciso poi di chiamare gli intervalli relativi
alla tonalità di partenza in ben due modi diversi. Il primo è il grado, e
non è molto diverso dall'intervallo in sé: la nota della tonalità
stessa (il DO, se siamo in DO maggiore) è il primo grado, quella che
forma un intervallo di seconda con essa (in questo caso il RE) è il
secondo grado, e così via fino al settimo grado.
Ma è anche possibile chiamare le note "per nome". Il
primo grado è la tonica, perché dà appunto la tonalità; il secondo grado
è la sopratonica.
Passiamo poi alla modale, detta così perché definisce
il modo (maggiore o minore) della tonalità, e che sta sul terzo grado.
Il quinto grado è la dominante, perché nell'armonia classica è quello
più importante subito dopo la tonica; quarto e sesto grado sono
rispettivamente sottodominante e sopradominante, il settimo grado è la
sensibile. La "settima di dominante", se siamo in tonalità di DO, sarà
la nota che fa un intervallo di settima con il SOL, che è la dominante
del DO; insomma, un FA.
L'intervallo è un elemento che conferisce contenuto
"oggettivo" alla musica, infatti tutte le persone che sperimentano
liberamente l'intervallo vivono lo stesso contenuto e la stessa magica
energia.
Tutti gli elementi fondamentali della musica possono
diventare terapeutici, soprattutto gli intervalli. Ogni melodia ha in sé
il contenuto degli intervalli con la quale è formata. Contenuti che
spesso agiscono inconsciamente sulla persona.
Una volta compresi, gli intervalli rivelano la musica
come un ritmo respiratorio dell'essere che con un continuo movimento ci
connette con il Cosmo.
Quando un intervallo risuona a livello fisico il
pensare ne valuta l'altezza e il nostro essere più profondo ne sente la
qualità.
L'esperienza dell'intervallo, a livello cosciente, è
sempre completa ed equilibrata. Tale fenomeno fa parte del ritmo
respiratorio animico-spirituale che sta alla base dell'intervallo. Come
in ogni inspirazione vi è inclusa l'espirazione relativa e dipendente
così pure negli intervalli i due movimenti sono connessi in modo che uno
sia "positivo" e l'altro "negativo".
Un parallelo potrebbe essere quello dei colori in cui
l'occhio, a livello fisiologico, percependo un colore risponde
producendo il colore complementare e quindi polarmente opposto. Si
genera così un costante equilibrio tra esterno e interno.
Attraverso una lunga evoluzione, l'essere umano ha
forgiato i suoi strumenti, coadiuvato dagli elementi musicali,
specialmente gli intervalli. Possiamo dire infatti che l'ottava degli
intervalli è la "misura" dell'Uomo.
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