Fonte: https://oasisana.com
di Maurizio Martucci
Agenda Digitale, strategia per la banda ultra-larga e proposte progettuali sperimentali in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea: selezionati 120 tra i 7.982 comuni d’Italia, saranno i primi a sperimentare le tre bande del 5G entro (e non oltre) i prossimi due anni. Lo dice il provvedimento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) approvato con delibera l’8 Maggio 2018 ma passato (stranamente) pressoché inosservato. Quanto meno tra Sindaci e cittadini ricompresi nella lista dell’obbligatorietà, ovvero i piccoli centri che insieme alle Smart City (Roma, Milano, Torino, Cagliari, L’Aquila, Bari, Matera, Prato) saranno le prime mini-città sperimentali della penisola ad essere immerse nel brodo di radiofrequenze dell’Internet delle cose. Quali e quante sono?
Undici in Abruzzo, 4 in Calabria, 5 in Campania, 3 Emilia Romagna, 7 Friuli Venezia-Giulia, 10 Lazio, 7 Liguria, 16 Lombardia, 3 Marche, 6 Molise, 29 Piemonte, 3 Sardegna, 4 Trentino Alto-Adige, 3 Valle d’Aosta, 7 Veneto e una a testa per Sicilia e Toscana. Dalla prima ondata dello tsunami elettromagnetico, restano fuori solo Puglia (ma dal 2017 si sperimenta a Bari) e Basilicata (dov’è riconosciuta l’elettrosensibilità, ma c’è Matera). Particolarità: tra i comuni a tutto 5G c’è pure Pico in provincia di Frosinone (qui gli attivisti anti-elettrosmog a Novembre 2018 affissero manifesti in piazza per annunciare l’inchiesta televisiva di Report sui lati oscuri del 5G), mentre manca San Giorgio di Lomellina (Pavia) dove il segretario comunale – rispondendo alla diffida legale presentata per conto di allarmati cittadini – ha affermato che “in questo Comune non è prevista l’installazione del 5G”.
Entro il 2021 il Ministero dello Sviluppo Economico (Di Maio) individuerà poi, “anche eventualmente sentita l’ANCI” (è l’associazione nazionale dei comuni d’Italia), ulteriori 2.400 località turistiche “interessate da una quota di presenze turistiche significativa rispetto al numero dei residenti”, irradiando con il possibile cancerogeno wireless (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, 2011) persino “nuclei speciali montani, tra cui case isolate o insediamenti residenziali occupati stagionalmente”. Praticamente, come una caccia all’uomo, pure nell’angolo più remoto d’Italia, perché niente e nessuno sarà risparmiato dall’irradiazione del 5G. Leggendo la delibera del garante, la domanda viene spontanea: ma allora, chi si salverà? Chi potrà sottrarsi al 5G, venendo meno all’obbligatorietà dell’irradiazione di quinta generazione? Solo i Comuni sotto i 5.000 abitanti che, inseriti in una cosiddetta ‘lista libera’, potrebbero nelle more svincolarsi rimanendo “eventualmente scoperti”. Ma non per molto tempo, Perché saranno comunque gli aggiudicatari dell’asta bandita dal Governo Conte (cioè i “gestori radiomobili”, ovvero le aziende di telefonia mobile) a disporre gli aggiornamenti territoriali (cioè a decidere in quale Comune italiano scoperto piazzare di punto in bianco il 5G e in quale no). Tutto chiaro? In esclusiva OASI SANA, ecco la lista completa dei primi 120 Comuni d’Italia dove verrà sperimentato il 5G. In aggiunta alle (già note) Smart City.
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