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QUESTO BLOG VUOLE ESSERE UN ATTO DI RESISTENZA ARTISTICA A QUESTA GUERRA SILENZIOSA FATTA DI INFORMAZIONI FAKE CHE CREANO REALTA' FAKE

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"L'essere umano è un sistema di informazione e di conseguenza può essere guarito attraverso informazioni"
Erich Körbler

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mariacristina

mercoledì 2 novembre 2016

N.O.A.A.: le scie degli aerei sono una forma di geoingegneria


La National oceanic and atmospheric administration (N.O.O.A.) lo riconosce a denti stretti: quelle scie, che quasi ogni giorno deturpano il cielo ed ammorbano la biosfera, sono una forma di geoingegneria. Non è certo la confessione del crimine, della deliberata contaminazione del pianeta per mezzo delle chemtrails, ma è già un passo verso l’ammissione delle attività di geoingegneria clandestina, per lo meno verso il riconoscimento delle pesanti conseguenze dovute al traffico aereo (“civile” in primis) sul clima e sugli equilibri dei biomi. Insomma, ora nessuno può più negare che oggigiorno il cielo è… candeggiato.




“Attualmente stiamo usando involontariamente (sic) la geoingegneria”.

Non sono le parole di un attivista, ma di Chuck Long, membro dell’Earth system research laboratory della N.O.A.A., l’agenzia federale statunitense che studia le condizioni atmosferiche ed oceaniche. […]

Le ha pronunciate al convegno dell’American geophysical union, attribuendo alle scie emesse dagli aerei lo sbiancamento dei cieli e l’offuscamento della luce solare (fenomeno noto con l’espressione inglese “global dimming”, n,d.r.) in alcune (sic) regioni del mondo.

Long ed altri scienziati se ne sono accorti, studiando la quantità di luce solare che raggiunge la superficie terrestre. E’ un’energia che non è costante: nel periodo dal 1950 al 1980, per esempio, il Sole sembrò più fioco, poi, invece, l’intensità luminosa riprese a crescere. Gli specialisti hanno cercato di capire le cause di questa intermittenza, rapportandola alla variabilità naturale dell’attività solare, ma non sono state trovate connessioni tra i due fenomeni, stando a Martin Wild, ricercatore dell’Institute for atmospheric and climate science del Politecnico di Zurigo.

“Se non è il sole, deve essere l’atmosfera”, ha dichiarato Wild. Gli alti livelli di inquinamento intorno alla metà del XX secolo hanno portato alla diffusione in atmosfera di enormi quantità di particelle che intercettano una parte della radiazione solare. Anche quando Stati Uniti ed Europa hanno iniziato ad inquinare meno, le cose non sono cambiate sensibilmente. Chuck Long ed i suoi collaboratori hanno compreso che qualcosa non quadrava, altrimenti una maggior quota di luce solare dovrebbe raggiungere la Terra direttamente, mentre essa risulta deviata in misura crescente.

Infine la scoperta (sic… che colpo di genio!): la genesi del problema è da ricercare nelle particelle disperse in atmosfera dai velivoli. Il traffico aereo è responsabile di una modificazione atmosferica su larga scala.

Le scie prodotte dai velivoli sono un insieme di particolato e vapore acqueo e formano piccolissimi corpuscoli ghiacciati (in realtà è nanoparticolato per lo più metallico o di vetro, n.d.r.) capaci di rifrangere la luce del Sole e di sbiancare il cielo. Tutto ciò potrebbe avere effetti imprevisti sul clima: gli studiosi che hanno sollevato il problema non sanno nemmeno se questo fenomeno contribuisca al riscaldamento globale o ad un raffreddamento. Nondimeno si può asserire che le scie (chimiche, artificiali, non di vapore acqueo, n.d.r.) generate dagli aerei sono uno dei mezzi con cui gli esseri umani (leggi i militari, le multinazionali, i governi e mascalzoni variamente assortiti, n.d.r.) stanno alterando il sistema climatico. “Potete vederlo con i vostri occhi”, attesta Long.

Ora, se la geoingegneria comporta la manipolazione dei processi naturali, quello che sta succedendo sopra le nostre teste non si può definire in altro modo.
http://www.tankerenemy.com/2016/01/noaa-le-scie-degli-aerei-sono-una-forma.html#.WBofHdLhBdh

CHIEDITI CHE "PROBLEMA" HAI ADESSO

Aerei di linea: guerra biologica sulle nostre città



Abbiamo ricevuto uno scatto relativo ad un volo per la Polonia: in basso, sotto la coda del 737 Ryanair, si nota un tubetto centrale di scarico che prima non era presente. E' dunque palese che tale... accessorio è stato aggiunto in "post-produzione", da tecnici della compagnia low costirlandese. Quando escono dalla linea di fabbricazione i velivoli non sono dotati di questi "elementi opzionali".

L'aereo è un B737/800, matricola EI-DAD. L'amico ed attivista che ci ha inviato la foto è sicuro che quel dispositivo prima non era presente su tali velivoli. Da questa precedente istantanea, infatti, si vede solo la protezione anti-urto con il tassello utile, qualora la coda venga accidentalmente a contatto con la pista in caso di eccessiva rotazione. Tanto meno si scorgono i tre tubi osservati in altre occasioni, posti sotto la gondola motore ed oggetto di discussione in questo articolo. Tali acquisizioni sono dunque una prova schiacciante.



Sovente si notano aviogetti che emettono una sottile scia di elementi sconosciuti (solo quando sorvolano i centri abitati rigorosamente a bassa quota) proprio da quella particolare sezione di coda. E' chiaro quindi che i vettori commerciali sono coinvolti in modo diretto nella diffusione clandestina di sostanze chimico-biologiche dagli obiettivi forse non chiari, ma certamente nell'ambito di operazioni dannose per l'ambiente nonché per le popolazioni sottoposte a questo forzoso aerosol. Nel video di seguito ne vediamo un valido esempio.

Ringraziamo il nostro collaboratore ed amico per averci fornito queste preziose informazioni.

AGGIORNAMENTO

-a) Schema sezione di coda 757 (fornitoci da Prank). Dispositivo di irrorazione assente.
-b) Ryanair in azione. Dalla foto, fornitaci da TheRedTigher, si nota bene come i composti chimico-biologici dispersi fuoriescono proprio da quel tubicino assente in progetto.


http://www.tankerenemy.com/2016/01/aerei-di-linea-guerra-biologica-sulle.html#.WBocTdLhBdg

L’ex pilota olandese, Willem Felderhof, rilascia un’intervista sulla geoingegneria clandestina al Richie Allen Show

http://www.tankerenemy.com/2015/12/lex-pilota-olandese-willem-felderhof.html



Willem Felderhof, ex pilota delle linee olandesi KLM, intervistato al Richie Allen Show, nel mese di novembre del 2015, ha confermato nella sua relazione quanto da anni asseriamo a proposito delle operazioni di geoingegneria bellica.

Di seguito i punti salienti dell’intervista ed i dispositivi di aerosol montati sugli aviogetti di linea.





• I motori turbofan (o turboelica) non possono generare una scia di condensazione persistente.
• Le scie chimiche sono per lo più diffuse da appositi ugelli installati presso gli scarichi del motore.
• Le fotografie in circolazione, che ritraggono barili all’interno di aerei, si riferiscono a test di bilanciamento. Sono test compiuti dalla F.A.A.; i serbatoi non sono apparati usati negli aerei chimici.
• Le compagnie aeree low cost ricevono fondi in nero per disperdere composti chimici.
• Contrariamente a quanto si potrebbe credere, i piloti dei velivoli commerciali raramente sono al corrente delle attività chimiche.

Fontechemtrailsplanet

Ringraziamo l'amico e collaboratore TheAntitanker per averci fornito le foto in alta risoluzione che attestano la presenza di dispositivi di irrorazione montati sui velivoli commerciali.

TESTIMONIANZE DAI COMMENTI 

avevo già visto ed immortalato questi strani aggeggi,montati su di un velivolo che stazionava all'eroporto C.Colombo nel mese di Settembre.
https://lh3.googleusercontent.com/-Ax6wr9OfKpE/VmwzRYM9p4I/AAAAAAAB2ss/gGfJkac3rjw/s1152-Ic42/DSC_0257.JPG

ARMI ELETTROMAGNETICHE E TERREMOTI IN ITALIA!





 di Gianni Lannes

Strumenti di morte su scala planetaria. Esistono e sono vietati dalla Convenzione ENMOD dell’ONU, entrata in vigore il 5 ottobre 1978. Ecco un dato ufficiale su cui riflettere, anzi una firma inconfondibile di un fenomeno innescato dalla mano armata dell'uomo: scarsa profondità, ovvero ipocentro anomalo.

Il Corriere della Sera del 25 agosto scorso recita testualmente: “C’è un’anomalia in questo terremoto che ha portato per l’ennesima volta vittime e danni nella martoriata Penisola. È la scarsa profondità alla quale si è liberata la potenza accumulata nella roccia. «Tra cinque e sette chilometri appena, e questo ha portato più facilmente l’onda distruttrice ad abbattersi sulla superficie e provocare disastri e crolli» spiega Andrea Tertulliani, primo ricercatore e direttore di sezione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Ingv. C’è un’anomalia in questo terremoto che ha portato per l’ennesima volta vittime e danni nella martoriata Penisola. È la scarsa profondità alla quale si è liberata la potenza accumulata nella roccia. «Tra cinque e sette chilometri appena, e questo ha portato più facilmente l’onda distruttrice ad abbattersi sulla superficie e provocare disastri e crolli» spiega Andrea Tertulliani, primo ricercatore e direttore di sezione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Ingv”.

rilevazione NASA del 23 agosto 2016
 


Indubbiamente l’Italia è a rischio sismico, ma i movimenti delle placche tettoniche possono essere indotti anche da impulsi elettromagnetici emessi dai riscaldatori ionosferici in uso al Pentagono (stazioni fisse E mobili). Infatti, l’agenzia statunitense DARPA ha la tecnologia bellica per innescare terremoti ovunque. Il sistema è l’uso d'onde elettromagnetiche a bassa frequenza che possono attraversare la crosta terrestre e gli oceani; utilizzate inoltre per scandagliare gli strati superiori dell’atmosfera e la struttura interna della Terra. Il belpaese d’altronde, privo di sovranità dal 1945, è un laboratorio militare gratuito, dove non c’è bisogno di consenso delle cavie. Si possono generare eventi sismici, soprattutto in aree tettonicamente sensibili, basta avere le armi e la disponibilità di un territorio, o meglio di una colonia.

Da noi esiste l’Istituto per il rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente. Nel sito dell’IREA - una costola del CNR - SIGRIS - si legge del «Sistema di osservazione spaziale per la Gestione del Rischio Sismico, ACS  Advanced Computer Systems - Roma, 2008-2010» nonché dell’ «Intesa Operativa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Protezione Civile e l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente IREA: Sviluppo metodologie per l'elaborazione e l'analisi di dati telerilevati finalizzati alla valutazione delle deformazioni superficiali connesse a frane, subsidenza e altri dissesti, Dipartimento Protezione Civile, 2007-2012».

Dunque, in Italia, un organismo scientifico, o meglio istituzionale, si occupa di perturbazioni ed anomalie elettromagnetiche connesse ai terremoti.
Chi sa spiegare i boati e la serie di lampi senza fulmini, senza tuoni e senza pioggia che ha funestato l’Italia centrale il 23 agosto 2016? Le foto satellitari della NASA suggeriscono qualcosa?

Il New York Times del 20 febbraio 2003 fa riferimento alle armi elettromagnetiche in suo al Pentagono. Il Washington Times, nel marzo del 1992, riportava la notizia secondo la quale i satelliti ed i sensori di terra rilevarono misteriose radioonde ed un’attività elettromagnetica prima di disastrosi fenomeni tellurici in California, Armenia e Giappone tra il 1986 ed il 1989. Il sisma che colpì Los Angeles il 17 gennaio 1994 fu preannunciato da inconsuete radioonde e da due boati. Il 12 settembre 1989, a San Francisco, in California, furono rilevate inusuali onde a bassissima frequenza. Queste onde crebbero in intensità, quindi diminuirono il 5 ottobre. Il 17 ottobre, esse furono di nuovo registrate, con segnali così forti che andarono a fondo scala. Tre ore dopo avvenne il terremoto.

Armi elettromagnetiche sono in grado di causare terremoti in siti scelti come bersaglio. Negli ultimi 50 anni, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto esperimenti nell’atmosfera, usando onde elettromagnetiche e sostanze chimiche.  Test che coinvolgono lo strato di ozono, la manipolazione del tempo e l’uso di tecnologie per sondare l’interno della Terra, sono un preludio delle guerre che saranno scatenate nel corso del XXI secolo. 300 megatoni di esplosioni nucleari tra il 1945 ed il 1963, hanno ridotto lo strato di ozono del 4 per cento. Per ottenere il controllo del clima si usano il laser e le sostanze chimiche, per verificare se è possibile danneggiare lo strato di ozono al di sopra del territorio nemico, causare danni alle colture ed alla salute degli esseri umani. Le alterazioni nell’atmosfera provocano conformi cambiamenti nel tempo e nel clima terrestre.
Queste onde, inoltre, sono impiegate per trasmettere effetti meccanici e vibrazioni anche a grande distanza. Possono manipolare il tempo metereologico, scatenando tempeste e piogge torrenziali in un’area. Queste onde possono generare sommovimenti della litosfera. Si sa che i terremoti interagiscono con la ionosfera: infatti molti dei sismi che sono occorsi negli anni recenti, sono stati preceduti da fenomeni inspiegabili. Ad esempio, il terremoto che squassò il Tang Shan in Cina, del 28 luglio 1976, in cui morirono 650 mila persone, fu preceduto da un bagliore causato dalle onde a bassa frequenza irradiate dai Sovietici per riscaldare la ionosfera.

Se vi accontentate della "verità" ufficiale, ignorate o dimenticate che il dubbio è la base della civiltà umana.

2013- TERREMOTO IN ABRUZZO: SEGRETO DI STATO SU UN LABORATORIO DI FISICA NUCLEARE E UN DEPOSITO MILITARE

L'Aquila (prefettura in macerie): 6 aprile 2009 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

L’Aquila è una città fantasma, interi paesi sono stati distrutti (Onna, Paganica, ad esempio), l’area colpita a tutt’oggi è stranamente militarizzata, eppure, del laboratorio scientifico di fisica nucleare ubicato nel sottosuolo, a 1.400 metri di profondità, sotto il Gran Sasso, zona notoriamente martoriata dal sisma del 6 aprile 2009, non è trapelato nulla a livello ufficiale. Lo Stato ed i governi (Berlusconi, Monti, Letta) tacciono. Perché?

Gran Sasso: ingresso al laboratorio di fisica nucleare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Quanto materiale chimico e radioattivo era presente nel predetto laboratorio al momento del sisma distruttivo? Quali esperimenti erano in corso? In particolare: quali e quanti danni ha subito la struttura sotto terra? Se gli edifici hanno retto all’impatto del sisma perché non comunicarlo all’opinione pubblica?

Cosa è accaduto in realtà nelle viscere di questa montagna violata dall’uomo con pretesti “scientifici” che disseta il popolo abruzzese? Inoltre: perché si tengono esercitazioni militari sul Gran Sasso, un parco nazionale, ossia un'area "protetta", quando l'Esercito italiano ha già in uso ben 12 aree estese per quasi 20 mila ettari (Le Ripe, Monte Stabiata, Monte Crespiola, Monte Sirente, Monte Ruzza, Prata D'Ansidonia, La Pretara, Fiume Alento, Piazza d'Armi, Echo 351, Le Marane, Bafile)? E ancora: c'è una correlazione tra la vistosa riduzione del ghiacciaio e questi giochi di guerra?



San Cosimo (AQ): deposito militare, ingresso secondario (foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Non è tutto. Nei pressi di Sulmona, precisamente nell’agro di Pratola Peligna, sotto la collina (limitrofa al tratto autostradale che porta a Roma) vi è una grande deposito militare, chilometri di tunnel sotterranei e segreti. 


 
Pratola Peligna (AQ) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Nel 1999 avevo personalmente sollevato il problema dell’inquinamento bellico, sulla base di riscontri epidemiologici ed in relazione al manifestarsi di malformazioni e patologie tumorali nell’area a danno dell’ignara popolazione (ne avevo scritto sul quotidiano Liberazione) e la stampa locale (Il Messaggero, edizione Abruzzo) aveva ripreso con una cronaca una mia conferenza a Bussi sul Tirino.

 
Pratola Peligna (AQ) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Nel 2008 questo sito delle forze armate è stato al centro di un’aspra polemica che ha visto il generale di corpo d’armata Giorgio Ruggeri dichiarare pubblicamente: «Nel deposito militare di san Cosimo non c’è nulla che possa rappresentare un rischio ambientale o una contaminazione radiologica pericolosa per la salute della popolazione residente. Posso affermare con estrema certezza che gli ipotetici casi di malattia non sarebbero assolutamente collegati alla presenza del deposito e che non sarà smantellato perché rappresenta per l’esercito una presenza strategica sul territorio».

San Cosimo: deposito militare (veduta aerea) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti risrevati)


Inquietante vero? Prove alla mano il governo degli Stati Uniti d’America a partire dal remoto 1957 ha fornito alle Forze Armate italiane armamenti nucleari: granate e proiettili per l’artiglieria, nonché mine in quantità industriale. Qual è il loro grado di sicurezza? Forse il ministero della Difesa e tutti i generaloni italioti fingono di ignorare il fatto che l’Italia nel 1968 ha firmato il Trattato internazionale di non proliferazione nucleare, ratificato nel 1975, che vieta la presenza sul suolo nazionale di armamenti atomici di ogni genere.


protesta popolare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


La domanda è disarmante: in quel deposito sono stati allocati ordigni nucleari? Il deposito di San Cosimo ha subito per caso danni in seguito al terremoto del 6 aprile 2009 ed ai successivi sismi?

Gran Sasso - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


In caso positivo, quali, quanti e di che genere? In sintesi: nella zona colpita dal sisma artificiale del 6 aprile 2009 che ha ucciso 309 persone, è presente un grande laboratorio di fisica nucleare ed un deposito di armamenti ed esplosivi di ignota natura. Cosa è accaduto a tali strutture? Forse sono state danneggiate? E’ ipotizzabile che si siano verificate delle fughe di radioattività nell’ambiente circostante? Perché le Autorità dello Stato italiano non hanno verificato e non hanno comunque informato la popolazione residente?

Non si era detto e ripetuto fino alla nausea almeno dal 1946 ad oggi, che si dovesse governare l’Italia con metodi e strumenti democratici in base alla Costituzione repubblicana ed antifascista? Ma non è proprio il controllo del popolo sovrano, attraverso la conoscenza dei fatti (significativi e non) uno degli ingredienti fondamentali della democrazia?

Allora, di quale democrazia blaterano i maggiordomi del potere per conto straniero che ci usano come cavie per i loro esperimenti segreti di dominio globale del mondo?

Ecco la verità sui militari italiani a Nassiriya

Un’inchiesta di Rai News 24 rivela il ruolo del Governo italiano e dell’Eni
Un sospetto che non insospettisce più. Un mistero che si infittisce. Ed ecco che come nei migliori memorandum storici, spunta fuori la verità dei “militi noti”. I soldati italiani, quelli definiti da Ciampi “missionari di pace”, quelli caduti negli attentati, quelli di base a Nasiriya non sono in Iraq per assicurare la pace, per donare la democrazia, per aiutare la gente o per proteggere il patrimonio storico dell’antica Babilonia. E proprio “Antica Babilonia” era il nome della missione supportata dal Governo Berlusconi, che ha visto il contingente tricolore farsi sfoggio dell’interesse umanitario dell’intervento nel Paese mediorientale. Un’inchiesta di Sigfrido Ranucci, inviato di Rai News 24, ha portato alla luce foto, documenti e testimonianze di chi in Iraq sa cosa succede. Ben sei mesi prima dell’inizio conflitto, il Ministero per le Attività Produttive aveva stilato un dossier nel quale si evidenzia la necessità di inviare un imponente numero di soldati proprio nella città di Nassiriya, individuata dal governo come punto strategico per il controllo dei pozzi petroliferi e delle raffinerie. Già a metà degli anni novanta Saddam Hussein fece promessa all’azienda petrolifera italiana Eni di facili concessioni nella città irachena che possiede riserve tra i 2,5 ed i 4 miliardi di barili, in cambio della non belligeranza in caso di attacco Usa. Invece, così non è stato. Appena le truppe americane hanno invaso i territori del dittatore, si è subito conformata la mappa delle stazioni militari e, come si evidenzia dai documenti rinvenuti da Ranucci, Nassiriya è subito stata presa in consegna dagli italiani, che per riconoscenza, hanno assicurato agli Usa il loro intervento militare. Ecco, quindi, che i soldi stanziati dal governo per sostenere la costruzione di un ospedale da campo per la Croce Rossa e le numerose foto diffuse che ritraevano soldati con bambini tra le braccia, sono soltanto una copertura per un’azione ben diversa. La missione a Nassiriya è costata 10 volte più della costruzione dell’ospedale da campo. La base italiana è posizionata in maniera strategica per controllare il maggior oleodotto della città. Il reggimento San Marco, nave della marina, serviva a proteggere gli attacchi da mare. Gli elicotteri ed i pattugliamenti aerei monitoravano possibili azioni di boicottaggio dei pozzi. Insomma, si delinea un quadro che sino ad ora i più scettici avevano rifiutato. L’Italia è coinvolta ed è parte preponderante di un assalto alle riserve petrolifere irachene. Ne controlla alcune zone e la missione di pace di cui si fa vanto è solo un pretesto per zittire l’opinione pubblica. Se poi, a questo, si aggiunge che Saddam aveva concesso la possibilità all’Eni (e quindi al Governo italiano che attualmente gestisce il 30% del capitale dell’azienda) di estrarre petrolio dai sui territori in cambio di “apparecchiature” molto sospette e che non lasciano molti dubbi sul fatto che si trattasse di armi, è davvero giunto il momento in cui, non solo chi si proclama pacifista, ma l’Italia intera deve spingere per il ritiro delle truppe dall’Iraq. Tutti devono chiedere ragguagli sull’esport di armi dall’Italia alle popolazioni in guerra. Perché, il pacifismo non è cosa da pochi, non è lo sfilare con il volto del Che cucito su di un vessillo rosso sangue sovietico e cubano, non è fingersi missionari per creare dipendenza. Pacifismo è combattere la guerra con la pace, con la forza che viene dagli ideali e dall’unione delle persone di qualunque etnia, religione o partito.
Pubblicato su Controcorrente di Maggio 2005

LABORATORIO NUCLEARE DEL GRAN SASSO: Esperimenti fisica astroparticellare CSN2

Gli esperimenti di fisica delle astroparticelle studiano la radiazione e le particelle del cosmo con esperimenti che trovano naturale ambientazione in laboratori di superficie, sotterranei, sottomarini, d’alta quota o nello spazio. Ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, il più grande laboratorio sotterraneo al mondo, sono oggi attivi rivelatori d’avanguardia per lo studio della materia oscura, dei neutrini e di fenomeni rari che possono essere rivelati solo nelle condizioni di ‘’silenzio cosmico’’ garantite dalla protezione della roccia. L’ambiente protetto dalla penetrazione dei raggi cosmici è inoltre favorevole a ricerche di carattere astrofisico, come lo studio dei neutrini solari e dei neutrini da supernova. La fisica astroparticellare ha poi trovato nuovi sbocchi in ambienti diversi: lo spazio, dove i rivelatori satellitari hanno accesso diretto ai raggi cosmici primari che sulla superficie terrestre sarebbero attenuati dall’atmosfera; i laboratori d’alta quota, per l’astronomia di raggi gamma di alta energia; i laboratori sottomarini per l’astronomia con neutrini di alta energia, che prima di essere rivelati dai rivelatori sul fondo del mare attraversano imperturbati l’intero globo terrestre. Infine, i fisici italiani svolgono un ruolo d’avanguardia nella rivelazione delle onde gravitazionali, sia con l’uso di antenne a barra risonante, sia con lo sviluppo dei grandi rivelatori interferometrici.


  ESPERIMENTI 2016
 AMS2http://www.ams02.org/ 
 AUGERhttp://www.auger.org/
 BOREXhttp://borex.lngs.infn.it
 COSMO_WNEXT 
 CRESSThttp://www.cresst.de/ oppure http://cresst.lngs.infn.it
 CTA-RDhttp://www.cta-observatory.org/
 CUOREhttp://crio.mib.infn.it/wigmi/pages/cuore.php
 CUPID 
 DAMAhttp://people.roma2.infn.it/dama/
 DAMPEhttp://dpnc.unige.ch/dampe/index.html 
 DARKSIDE http://darkside.lngs.infn.it/
 FERMIhttp://fermi.gsfc.nasa.gov/
 FISH 
 G-GRANSASSO-RDhttp://www.df.unipi.it/ginger
 GAMMA400 
 GERDAhttp://www.mpi-hd.mpg.de/ge76/ 
 HUMOR 
 ICARUShttp://icarus.lngs.infn.it/
 JEM-EUSO-RDhttp://jem-euso.roma2.infn.it/ 
 JUNOhttp://english.ihep.cas.cn/rs/fs/juno0815/
 KM3Antares , KM3NeT
 LARASE 
 LHAASO http://lhaaso.roma2.infn.it
 LIMADOU_CSN2cses.roma2.infn.it
 LISA-PFhttp://www.elisa-ngo.org/
 LSPE 
 LVDhttp://www.bo.infn.it/lvd/ 
 MAGIA-ADVhttp://www.fi.infn.it/sezione/esperimenti/MAGIA/home.html
 MAGIChttp://magic.fisica.uniud.it 
 MOONLIGHT2 http://www.lnf.infn.it/divric/astrofis.php
 NEWS http://news-dm.lngs.infn.it
 PVLAShttp://www.ts.infn.it/physics/experiments/pvlas/
 QUAX 
 SABRE 
 SUPREMO https://web.infn.it/supremo/
 T2Khttp://www.t2k.org
 VIRGOhttp://www.virgo.infn.it/ 
 WIZARDhttp://pamela.roma2.infn.it/index.php 
 XENONhttp://xenon.astro.columbia.edu/ 

ESPERIMENTI CON L'ANTIMATERIA AL LABORATORIO NAZIONALE DEL GRAN SASSO

CUORE: COMPLETATA L'INSTALLAZIONE DEL RIVELATORE


CUORE 29Aug16 YSuvorov web

L’esperimento CUORE (acronimo per Cryogenic Underground Observatory for Rare Events) che si trova ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha completato l’installazione delle 19 "torri" che compongono il rivelatore. L’operazione, delicatissima e di estrema precisione, ha richiesto la collaborazione di un team di scienziati, ingegneri e tecnici e si è conclusa il 26 agosto.


“Tutte le 19 torri che costituiscono il rivelatore, composto da 988 cristalli di ossido di Tellurio e con un peso di quasi 750 kg, sono ora sospese al punto più freddo del criostato dell'esperimento “ commenta Oliviero Cremonesi spokesperson dell'esperimento – “Ora la Collaborazione si sta preparando per gli ultimi ritocchi al sistema per poi procedere, nei prossimi mesi, alla chiusura del criostato, al suo raffreddamento e all'inizio delle operazioni scientifiche”. CUORE è un esperimento ideato per studiare le proprietà dei neutrini, in particolare, l’esperimento cerca un fenomeno raro chiamato doppio decadimento beta senza emissione di neutrini.


Rivelare questo processo consentirebbe, non solo di determinare la massa dei neutrini, ma anche di dimostrare la loro eventuale natura di particelle di Majorana fornendo una possibile spiegazione alla prevalenza della materia sull’antimateria nell’universo. L’esperimento è una collaborazione internazionale formata da circa 157 scienziati provenienti da trenta istituzioni in Italia, USA, Cina e Francia. Per l’INFN partecipano le sezioni di Bologna, Genova, Milano Bicocca, Padova e Roma oltre ai Laboratori Nazionali di Frascati, Gran Sasso e Legnaro. (Credit: Yury Suvorov/ UCLA, LNGS; and CUORE Collaboration)



Si inaugura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'INFN l'esperimento coordinato dall'italiana Elena Aprile, della Columbia University di New York. L'obiettivo è decifrare uno dei misteri della fisica contemporanea:


di che cosa è fatta la materia che compone un quarto dell'universo


L'esperimento


Per catturare le particelle di materia oscura, i fisici di XENON1T hanno bisogno di condizioni particolari. A partire dal luogo in cui ospitare l'esperimento: le viscere del Gran Sasso, che schermano dai raggi cosmici, preservando così quello che i fisici chiamano “silenzio cosmico”. Ma la schermatura della sola montagna non è sufficiente. Anche l’esperimento dev'essere realizzato in modo idoneo a rivelare i rarissimi eventi di interazione della materia oscura con quella ordinaria. I fisici di XENON1T hanno scelto di utilizzare un gas nobile ultrapuro, lo xenon per l'appunto, raffreddato a una temperatura molto bassa, -95 0C, per mantenerlo allo stato liquido. Il rivelatore (la Camera a Proiezione di Tempo, TPC), cuore dell'esperimento, è in grado di dare un segnale quando le particelle interagiscono al suo interno. Il rivelatore è immerso in un criostato, un thermos, in acciaio inossidabile a bassa radioattività, contenente circa 3500 kg di xenon liquido. Ma non solo: per garantire una schermatura dalla radioattività ambientale,e dai muoni cosmici che possono produrre un ulteriore fondo all’interno del rivelatore,il thermos è a sua volta immerso in 700 m3 d'acqua ultrapura, all'interno di un contenitore alto circa 10 m, come un palazzo di tre piani, attrezzato con 84 fotomoltiplicatori che servono per rivelare il passaggio dei muoni cosmici.


La tecnica


Secondo i modelli teorici più accreditati, il vento di particelle prodotto dal movimento della Terra nell’alone di materia oscura che avvolge la Via Lattea può occasionalmente colpire i nuclei atomici di un materiale rivelatore, depositando una piccola quantità di energia, che solo uno strumento di grande sensibilità consente di osservare. In XENON1T le rare interazioni con le particelle di materia oscura producono nello xenon liquido due segnali: un lampo di luce primario e un segnale di carica che genera un secondo segnale di luce ritardato. I segnali luminosi sono catturati da 248 fotomoltiplicatori, sofisticati occhi capaci di rivelare ogni singolo fotone. Dall’analisi dei segnali i fisici di XENON1T possono poi misurare l'energia e la posizione dell'interazione, e la natura della particella.


“L’inizio della presa dati di XENON1T è previsto per la fine dell’anno, - spiega Walter Fulgione, dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso - e ci sono tutte le premesse non solo per verificare altri modelli di materia oscura, oltre a quello che prevede che sia costituita da WIMP (Weakly Interacting Massive Particle), ma soprattutto per riuscire finalmente a rivelarla. La raccolta dei dati durerà due anni - prosegue Fulgione -, ma i fisici di XENON1T stanno già guardando oltre. "L'esperimento - aggiunge Sartorelli - è concepito per ospitare 7,6 tonnellate di xenon, più del doppio della capacità di XENON1T, perché nel prossimo futuro vogliamo essere preparati ad aumentare la sua sensibilità con un rivelatore di massa più grande", conclude Sartorelli.

Dalle viscere del Gran Sasso al cuore delle Giganti Rosse




Nel silenzio cosmico dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, L’esperimento LUNA ha osservato una rara reazione nucleare che avviene nelle stelle,


in particolare nelle giganti rosse: si è scoperto che l’ossigeno-17, un raro isotopo dell’ossigeno, viene distrutto ad una velocità doppia rispetto a quanto finora ritenuto. Il processo di produzione del raro isotopo ossigeno-17, più pesante dell’ossigeno che ogni giorno respiriamo in atmosfera, è una delle reazioni nucleari che contribuiscono alla produzione degli elementi chimici nell’universo. Il risultato è pubblicato su Physical Review Letters.


“Questo esperimento ha prodotto dati con precisione mai raggiunta in precedenza e rappresenta una tappa fondamentale della ricerca condotta dalla collaborazione LUNA sull’origine degli elementi” commenta Paolo Prati, spokesperson di LUNA.


LUNA (Laboratory for Underground Nuclear Astrophysics) è una struttura di ricerca basata su un piccolo acceleratore lineare, l’unico al mondo installato in un laboratorio sotterraneo, ed è schermato da 1600 metri di roccia che proteggono il laboratorio dai raggi cosmici e che permettono quindi l’osservazione di processi estremamente rari. Il suo obiettivo è studiare le reazioni nucleari che avvengono nel cuore delle stelle dove da miliardi di anni, e ancora oggi, vengono prodotti gli elementi che compongono la materia dell’Universo.


LUNA ricrea in laboratorio le energie che i nuclei hanno al centro delle stelle, riportando, con il suo acceleratore, l’orologio indietro nel tempo fino a cento milioni di anni dopo il big bang, quando si formavano le prime stelle e si innescavano quei processi che hanno dato origine a misteri che non abbiamo ancora completamente compreso come ad esempio l’enorme variabilità nella quantità degli elementi presenti nell’Universo.


LUNA è una collaborazione internazionale di circa 40 ricercatori italiani, tedeschi, scozzesi ed ungheresi a cui partecipano l’istituto Nazionale di Fisica Nucleare per l’Italia, l’Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf per la Germania, il MTA-ATOMKI per l’Ungheria, la School of Physics and Astronomy, dell’Università di Edimburgo per il Regno Unito. In Italia collaborano all’esperimento: i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, le sezioni INFN e le università di Bari, Genova, Milano, Napoli, Padova, Roma La Sapienza, Torino e l’Osservatorio INAF di Teramo.


Risultati immagini per laboratorio gransasso

VIDEO DEL LABORATORIO:

https://www.youtube.com/watch?v=g2P0Kt0u2_k

https://www.youtube.com/watch?v=k0ci-MizEfs

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/brain-import-laboratorio-di-fisica-nucleare-del-gran-sasso/16776/default.aspx

martedì 1 novembre 2016

GRAN SASSO: UN LABORATORIO DI FISICA NUCLEARE CHE VIOLENTA L’ITALIA!

di Gianni Lannes
Io so di non sapere, ma in ogni caso il dubbio ma non l’accettazione acritica di presunte verità ufficiali, è la base di ogni civiltà umana, nonché il fondamento della ricerca. Quando la scienza è un pretesto ammantato dal segreto di Stato, quando si nega e si tranquillizza fino all’imbonimento delle masse. Quanto è piccolo il mondo disumano, dove la fantascienza (DARPA) ha soverchiato la realtà. Basta scavare un po’ e tutto torna a rigor di logica, per ricostruire il bandolo della matassa sulla base di un’esperienza personale diretta, verificabile da chiunque. Le autorità tricolori non hanno mai rivelatogli eventuali danni subiti a seguito del sisma dell’Aquila (309vittime) e pure adesso tacciono al laboratorio di fisica nucleare. Perchè? Qualcosa da nascondere? Si sa solo che parte del corno piccolo ha subito danni e non era mai successo prima. Chi controlla i controllori – laureati e analfabeti funzionali – in Italia? Nessuna anima viva super partes. Dinanzi all’ennesima carneficina (291 morti accertati attualmente) di connazionali innocenti e di tanti bambini non si può tacere.
Ad un soffio da L’Aquila, ad un passo da Amatrice e da Rieti, nelle viscere dell’Appennino, esattamente dentro il sistema geologico più delicato in assoluto di tutta la dorsale italica, che disseta 1 milione di persone. In loco le zolle tettoniche sono instabili come in nessun altro luogo del belpaese. Lì, dove oscillano i neutrini, il regno della Fisica delle Particelle, dove stanno conducendo in questo momento esperimenti sulle esplosioni delle Supernovae, lì dove quantità abnormi di energia vengono convogliate in condotte progettate per studiare l’infinitamente piccolo della materia e ciò che si nasconde tra etere e le conosciute quattro dimensioni dello Spazio/Tempo. Lì dove torturano madre Terra, punzecchiandone il sistema nervoso. Lì dove la scienza crede di poter dominare la forza dell’universo. Proprio lì, in corrispondenza degli epicentri dei più disastrosi terremoti recenti italiani. Lì dove certi omuncoli in camice bianco e divisa d’ordinanza si credono “dei”. Quali sono realmente gli esperimenti in atto attualmente?
Nati da un’idea di Antonino Zichichi, la loro costruzione ebbe inizio nel 1982 e sono stati costruiti assieme al traforo autostradale del Gran Sasso. Cinque anni dopo vi si tenne il primo esperimento. I laboratori sotterranei contengono tre “sale” (sala A, sala B e sala C) le cui dimensioni tipiche sono di 100 metri di lunghezza per 20 metri di larghezza e 20 metri di altezza. Oltre alle tre sale principali i laboratori sotterranei sono costituiti da alcuni locali di servizio, da dei tunnel di collegamento (uno dei quali collega tutte le tre sale ed è sufficientemente grande da permettere il passaggio di grossi autocarri) e da alcune piccole altre zone sperimentali dove trovano collocazione alcuni esperimenti di piccole dimensioni geometriche. In due piccoli tunnel ausiliari, appositamente realizzati, ha trovato collocazione un interferometro ottico.
Dunque, li ha pretesi Zichichi, lo stesso che ha ospitato presso il centro Ettore Majorana, la presentazione di un delirante progetto di “geoingegneria ambientale” messo in pratica in Europa. Infatti, nell’agosto dell’anno 1997 ad Erice in Sicilia, entrò in scena anche se non proprio fisicamente Edward Teller, l’inventore della bomba H. Dal 20 al 23 agosto di quell’anno andò in onda il «22nd International Seminar on Planetary Emergencies», organizzato proprio dal fisico Zichichi. L’architrave teorica della guerra non convenzionale, proibita dalla convenzione Enmod dell’Onu (entrata in vigore il 5 ottobre 1978) porta il seguente titolo: «Global Warming and Ice Ages: I. Prospects for Physics-Based Modulation of Global Change».


PE LA MAIELL !

PE LA MAIELL !
LA MIA MAIELLA : REGINA MAESTOSA DELLA MIA TERRA !!! URLA STOP scie chimiche!!! Vasto (CH) Abruzzo Italia Europa Mondo 14 gennaio 2014 ore 15.00